Aprire un’Attività di Raccolta e Riciclaggio Rifiuti

Vediamo in questa guida completa come aprire un’attività di raccolta e riciclaggio di rifiuti: cosa serve, i requisiti minimi, i costi e gli investimenti necessari.

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IL MERCATO

Nel mercato odierno i business dal carattere green ed ecosostenibile sono più che mai redditizi, spesso oggetto di finanziamenti ed agevolazioni volte a favorire la, oramai indispensabile, transizione ecologica in atto a livello mondiale.

Il tema dei rifiuti, in particolar modo, così come la loro corretta raccolta, differenziazione, smaltimento, riciclaggio e reimpiego, è sempre più attuale. Solamente a livello europeo, ogni anno vengono infatti prodotte oltre due tonnellate e mezzo di rifiuti, un dato tristemente in crescita costante. Questo rende quanto mai necessarie soluzioni rapide, efficienti e pratiche per la raccolta, lo smaltimento ed il riciclo dei rifiuti, nonché la loro trasformazione in nuove risorse.

Il settore pubblico, data l’elevata produzione di rifiuti, fatica a tenere il passo, motivo per il quale sempre più spesso si assiste alla nascita di business ed aziende private di successo nel settore della raccolta, dello smaltimento e del riciclaggio di rifiuti. Queste attività possono essere sia interamente privatizzate che convenzionate con enti ed aziende pubbliche.

COSA SERVE

Aprire un’attività di raccolta e riciclaggio dei rifiuti può essere un’impresa dal grande successo, in grado di garantire un business altamente redditizio e longevo.

Tuttavia, è altrettanto vero che questa particolare attività è soggetta ad un iter burocratico lungo e tortuoso, con requisiti stringenti e numerose eccezioni e differenze a seconda del luogo in cui si opera, delle peculiarità del business e dei rifiuti trattati. Inoltre, soprattutto se oltre alla raccolta ed allo smistamento dei rifiuti, ci si occupa anche del loro riciclaggio, smaltimento e reimpiego, i costi da sostenere saranno davvero onerosi e proibitivi.

Il primo fondamentale passo prima di avviare un business nel settore dei rifiuti è quello di effettuare le analisi preliminari ed iniziali di routine, ed effettuare in base a queste una dettagliata pianificazione dell’attività.

Bisognerà infatti scegliere quale format dare all’attività, la localizzazione della stessa, le dimensioni, la tipologia e la quantità di rifiuti trattati, la tipologia di servizi svolti, e così via.

Si potrà infatti decidere di aprire un’attività, più semplice da avviare e meno onerosa, di raccolta, differenziazione e smaltimento di rifiuti, con vendita prezzo aziende terze dei materiali recuperati, e specializzazione in rifiuti non pericolosi come carta e cartone, plastica, vetro e lattine. Più difficile da avviare, ed onerosa sia in termini economici che burocratici, ma decisamente più redditizia, sarà invece un’attività di raccolta, smistamento, differenziazione, estrazione, riciclo e recupero di rifiuti oppure un’attività specializzata in rifiuti speciali, pericolosi, tossici, ed ancora materiali tecnologici ed elettronici.

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ITER E REQUISITI

Come anticipato, l’iter da sostenere ed i requisiti da rispettare per l’avvio di un’attività di raccolta e riciclo rifiuti è sensibilmente differente in base a molti fattori quali: localizzazione e dimensione dell’attività, tipologia e quantità di rifiuti trattati, tipologia di servizi svolti nel centro ad esempio solo raccolta e smistamento conto terzi, raccolta con riciclaggio e smaltimento in centri propri, ecc.

In linea generale, i requisiti minimi da rispettare e l’iter burocratico di base saranno i seguenti:

  • rispetto dei requisiti personali legali minimi
  • apertura della società e scelta del regime fiscale e contabile
  • apertura della Partita Iva
  • iscrizione al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio
  • comunicazione di Inizio Attività al Comune
  • apertura delle posizioni INPS ed INAIL
  • iscrizione all’Albo dei Gestori Ambientali
  • iscrizione al SISTRI

In base alle normative locali ed alle peculiarità dell’attività, saranno richiesti eventuali altri requisiti, come ad esempio la nomina di un Responsabile Tecnico, altre comunicazioni, altre iscrizioni, permessi, licenze e standard minimi da rispettare. Per questo sarà fondamentale consultare lo SUAP e le associazioni di riferimento, oltre che un commercialista esperto in materia.

Sarà inoltre necessario che veicoli di trasporto, macchinari ed attrezzature per il riciclo e lo stoccaggio dei rifiuti, locali e struttura, rispettino tutti gli standard richiesti, variabili in base alla tipologia di attività svolta. In generale la struttura dovrà essere ampia, con pavimentazioni ed areazioni adeguate, lontana da centri urbani e cittadini, in rispetto di tutte le normative locali vigenti. Sarà inoltre indispensabile garantire la salubrità e sicurezza degli impiegati, addetti e degli ambienti circostanti.

COSTI ED INVESTIMENTI

I costi e gli investimenti da sostenere varieranno sensibilmente in base alle peculiarità e dimensioni del business, oltre che dei rifiuti trattati e dei servizi svolti all’interno dell’attività. In linea generale i costi da sostenere saranno piuttosto elevati ed andranno quindi a maggior ragione stimati con cura attraverso la redazione di un business plan e di un prospetto economico e finanziario dettagliato. Questi strumenti saranno indispensabili anche nel caso in cui si opti per la ricerca e richiesta di finanziamenti ed agevolazioni finanziarie ed economiche.

A titolo esemplificativo, per aprire un’attività di sola raccolta e smistamento di rifiuti, ovvero una stazione ecologica, o per aprire un’attività con eco compattatori e similari, sarà necessario un investimento minimo di circa 50.000 euro. Mentre, per aprire un’attività di raccolta e riciclaggio di rifiuti, con dunque anche smaltimento e reimpiego, sarà necessario un investimento minimo di partenza di oltre 100.000 euro.

FRANCHISING

Considerando la redditività e l’andamento ultra positivo del settore, ad oggi i network in franchising operativi nel settore dei rifiuti e della loro raccolta, differenziazione, smaltimento, riciclo e reimpiego, sono numerosissimi. Oggi è dunque possibile aprire diverse tipologie di attività e business in franchising nel settore dei rifiuti: dal semplice smistamento e dalla raccolta di rifiuti conto terzi, sino a veri e propri centri di riciclaggio e smaltimento, passando per gli eco compattatori che raccolgono plastica, vetro o carta dai privati cittadini offrendo loro in cambio buoni spesa e sconti da spendere presso attività commerciali convenzionate.

Aprire un franchising nel settore dei rifiuti richiede investimenti minimi di partenza di appena 10.000 euro, con investimenti medi attorno ai 20.000 – 30.000 euro. Gli investimenti variano ovviamente in base alla tipologia di business, al tipo di rifiuti trattati ed ai servizi svolti, oltre che alla tipologia ed alle caratteristiche del contratto di affiliazione sottoscritto, ai servizi e prodotti inclusi nel format, ed alla notorietà del marchio.

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